Domani inizia un nuovo anno scolastico.

Nelle case di professori ed alunni c'é un gran fermento perché ogni anno é diverso dall'altro: che classi mi daranno? Si chiedono i docenti. Chi avrò di scienze? Si chiedono gli alunni. E così via in un gioco delle parti che esiste da che mondo é mondo.

Per me ogni anno costituisce una sfida, un viaggio nell'ignoto, una scoperta: gli alunni degli anni precedenti, più maturi, non sono gli stessi alunni lasciati a giugno. Molti colleghi sono andati in pensione o hanno ottenuto il trasferimento: molti altri, invece, sono arrivati nelle più diverse discipline. La normativa cambia come il tempo atmosferico; ministri e sottosegretari fanno a gara ad inventarsi le cose più assurde ed improponibili; persino i libri di testo, a volte, sono rivoluzionati da un anno all'altro. Quindi, inutile arrabbiarsi: bisogna accettare quello che capita con cristiana rassegnazione e spirito positivo.

So che avremo masochistici consigli di classe, sadici collegi docenti, eterne giornate dedicate a tutto fuorchè alla scuola: ma così funziona la vita e con essa la storia.

Faccio, allora, a me e a tutti quelli che, da una parte o dall'altra della cattedra affronteranno il prossimo anno scolastico, l'augurio di iniziarlo e continuarlo con lo stesso spirito del gabbiano Johnatan del famoso romanzo.

E che Dio ce la mandi buona.

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